Dal Porrara al Monte Aquila

Dal Porrara al Monte Aquila

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Mercoledì 30 agosto un gruppo di Giovanissimi accompagnati dal parroco, da fratel Dionigi ed un papà si sono cimentati in una escursione da Campo Imperatore (AQ) al Monte Aquila della catena del Gran Sasso d’Italia. I ragazzi, incoraggiati dalla buona compagnia e dal bel tempo hanno poi affrontato l’anello per Passo Portella fino a raggiungere di nuovo Campo Imperatore (14 km circa). Ripercorrendo le diverse escursioni dall’estate 2016 (Eremo San Giovanni sulla Maiella, Monte Porrara ecc.) all’estate 2017 il giovane Diego Menna ha riportato questa condivisione che pubblichiamo. Prima di partire abbiamo fatto una piccola preghiera al Signore che ci incoraggiasse e ci guidasse in questa avventura. Sin da subito ci ha colpito la maestosità del massiccio, soprattutto una ripida salita non semplice da affrontare, ma con l’energia del gruppo e la voglia di andare in cima tutti siamo riusciti passo dopo passo ad affrontarla. Tra una sosta e un’altra finalmente siamo riusciti ad arrivare alla Croce del Monte Aquila situata intorno ai 2498 metri. Qui il nostro parroco dopo un breve momento di silenzio ci ha ricordato la differenza tra “voglia” e “desiderio”: il primo termine richiama qualcosa che ci soddisfa momentaneamente e che ci lascia come prima, mentre il secondo deriva dal latino “de” seguito da “sidus, siderìs ” ossia stella per ricordarci che nella vita occorre ispirarsi a desideri che come stelle rimangono sempre accesi e che ci spingono a rimanere nella vita con ideali sempre alti. Insomma noi dobbiamo cercare di essere delle stelle sempre luminose che non inseguono delle voglie che spengono la vita. Ragazzi alla ricerca della felicità vera. Con queste parole nel cuore abbiamo ripreso il sentiero che ci ha condotti al rifugio Garibaldi e dopo aver consumato il nostro pranzo ci siamo rimessi in cammino verso le automobili completando però l’anello attraverso il passo Portella che permetteva di scorgere panorami mozzafiato sia sull’aquilano che verso il mare. Al termine di questa avventura noi ragazzi siamo stati incoraggiati a riflettere su alcune domande. Ci siamo subito concentrati a paragonare l’uscita dello scorso anno con quella di oggi chiedendoci: “Dopo un anno di uscite dal monte Porrara al monte Aquila a cosa ti è servito questo cammino tra i monti?” Secondo Eliano, rispetto alla prima esperienza, il Don ci ha dato più fiducia mettendoci alla prova e quindi “non bisogna arrendersi alle prime difficoltà” ha concluso Giacomo. Per Antonella invece questo cammino tra le cime “è servito per sfidare noi stessi” ma come ha aggiunto Matteo “ci è servito anche per allenare il fisico e per mantenerci in forma”. Bello anche l’intervento di Giada che ci ha ricordato che “queste uscite servono anche per rafforzare la nostra volontà e per dimenticarci ogni tanto dei nostri smartphone”. E sì perché a forza di stare sempre con gli occhi sullo schermo dimentichiamo che il mondo è chiamata ad un incrocio di sguardi: in noi stessi, sul creato e verso Dio! La seconda domanda sulla quale abbiamo posto la nostra attenzione è stata: “Che cosa c’entrano con Gesù questi sentieri?” Sia Valerio che Giada hanno paragonato i sentieri della montagna ai sentieri per arrivare alla vera “Vetta”. Siamo noi a dover capire quale strada sia più adatta a noi, quale strada intraprendere! . Eliano ha paragonato la montagna ad una sorta di Calvario in cui non si può nascondere la fatica…una prova che richiede forte motivazione e che inevitabilmente seleziona. Lo stesso aggiunge che nonostante la fatica però, “arrivando in cima si può scrutare dall’alto quel mondo circostante molte volte a noi nascosto come abbiamo potuto notare con il “girotondo” fatto in quota in cui ruotando abbiamo osservato i diversi scorci a 360°. Una delle ultime domande era: “Come si vede il mondo dall’alto?” Sembra tutto più piccolo e più ridimensionato ma in special modo si può vedere nel bene e nel male, purtroppo, tutto quello che ha realizzato l’uomo. Per concludere Filippo ha aggiunto che in effetti da su la veduta è “tutta un’altra cosa”. L’ultima domanda prima di ripartire é stata: “Torneresti con il gruppo giovanissimi su queste montagne? Perché?” Ognuno di noi ha espresso una sua riflessione; Martina tornerebbe perché le è piaciuto il panorama, ma soprattutto perché l’ha spronata ad andare oltre quello che pensava di poter fare. Matteo invece rifarebbe queste esperienze ma con una maggiore volontà. Ad Antonella ha colpito il momento di silenzio e tornerebbe volentieri in cima. Mentre Eliano è rimasto meravigliato dalla bellezza delle montagne e dai posti nuovi conosciuti. Dopo questo piccolo momento di condivisione arricchiti da tanta gioia siamo ripartiti con la speranza di poter scalare presto un’altra cima insieme.

Diego Menna

 

 

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